mercoledì 29 aprile 2009

Lee Harvey Oswald



“Non ho sparato a nessuno, mi hanno arrestato solo perché ho vissuto in Unione Sovietica.
Sono un capro espiatorio!
Ho protestato perché mi hanno negato l’assistenza legale nel corso di quella brevissima udienza, non so di cosa si tratti. Mi hanno detto solo che sono accusato dell’omicidio di un poliziotto, non so nient’altro. Chiedo che qualcuno si faccia avanti e mi offra assistenza legale.”



Queste furono le ultime parole che Lee Harvey Oswald rilasciò alla stampa, la sera precedente alla sua morte avvenuta il 24 novembre 1963 per mano di Jack Ruby, un titolare di Night Club di Dallas.


Che cosa nasconde la frase: ”Sono un capro espiatorio”? Che cosa sapeva Oswald dell’assassinio? Era davvero lui il colpevole? Aveva agito da solo o faceva parte di una cospirazione? Ma, soprattutto, chi era in realtà Lee Harvey Oswald?

Nato a New Orleans il 18 ottobre 1939 in una famiglia della medio-bassa borghesia americana, Lee ha un’infanzia molto triste e solitaria, cresciuto senza l’affetto del padre, deceduto poco prima della sua nascita, e con la mamma costretta a crescere da sola lui, il fratello maggiore Robert ed il fratellastro John Pic.
L’infanzia di Lee si fa ancora più difficile quando la mamma Marguerite si risposa trasferendo a Dallas la famiglia, tuttavia queste seconde nozze vanno a rotoli in poco tempo e la madre inizia a dedicare al figlio tutte le attenzioni che gli erano state negate in precedenza. La famiglia effettua un altro trasloco e si stabilisce a New York. La madre Marguerite approfitta della partenza per il servizio militare dei due fratelli maggiori per crescere Lee, che non ha amici ed ha sofferto particolarmente una vita di continui spostamenti.
All’età di sedici anni, tenta di arruolarsi volontario nei marines, ma a causa della sua giovane età, la richiesta viene respinta. Un anno più tardi, nel 1957, il tentativo di arruolarsi viene accolto ed a soli diciassette anni Lee Harvey Oswald riesce a raggiungere suo fratello Robert nell’amato corpo dei marines degli Stati Uniti.
La vita nell’esercito appare fin da subito molto dura, e Lee viene anche sottoposto a corte marziale per essersi ferito accidentalmente ad un braccio con una pistola non registrata. In quel periodo studia lingue alla Monterey School, in California, dove impara lo Spagnolo ed il Russo.
In molti, ancora oggi, contestano l’affermazione che Oswald studiò il Russo nei marines, dato che nessuno studia lingue nell’esercito, e si ritiene erroneamente che non ci siano le prove di questo. Ebbene a pagina 192 del verbale datato 27 gennaio 1964 J. Lee Rankin, il coordinatore di tutto il pool di investigatori “targati” Warren, menzionò proprio l’argomento. Citò:” Noi della commissione Warren stiamo cercando di scoprire cos’abbia studiato Oswald alla Monterey School, mentre svolgeva regolare servizio nei marines”.
Come si nota, non viene messo in dubbio che Lee abbia frequentato quella scuola, la questione è solo cosa vi abbia studiato.
Successivamente, Lee, viene dislocato in una base americana segreta, in Giappone, dalla quale partono gli aerei Americani “U2”, che spiano l’Unione Sovietica; egli vi presterà servizio come operatore radar, fino alla prima metà del 1959, quando una presunta malattia della madre lo costringe a chiedere il congedo. Lo ottiene, e ritorna a Fort Worth dove si trattiene per qualche giorno prima di imbarcarsi per Helsinki, con la speranza di entrare in Unione Sovietica.
Giunto a Mosca, diserta, e fa richiesta di cittadinanza russa, gli viene trovato un alloggio ed un lavoro in una fabbrica di radio a Minsk. Circa sei mesi dopo il suo arrivo in Unione Sovietica, l’aereo spia “U2”, pilotato da Gary Powers, viene intercettato ed abbattuto nei cieli sovietici. Powers affermò che l’unico che poteva fornire dati per intercettarlo ed abbatterlo era proprio Lee Oswald. Dopo quell’incidente diplomatico il vertice di pace tra Krusciov ed Eisenhower fallì.
A Minsk, Lee, conosce e si innamora di Marina Prusakova, una giovane collega di lavoro, nonché nipote di un colonnello del KGB, il servizio segreto sovietico. Dopo qualche mese i due si sposano e dal matrimonio nasce una figlia June Lee.
La vita in Unione Sovietica non si rivela come Oswald si aspettava, oppure come in molti affermano, la missione era finita, ed inizia a prendere contatti con il governo americano per il rimpatrio. Il dipartimento di stato gli anticipa i soldi per il viaggio di ritorno, e l’Fbi affida all’agente James Hosty l’incarico di occuparsi di lui e della sua famiglia, al rientro. Appena rimpatriato, in poco più di due giorni gli viene rinnovato il passaporto. La famiglia viene ospitata dal fratello Robert e in seguito, la madre Marguerite compra una piccola casa a Fort Worth e li accoglie.
La convivenza però dura poco a causa dei continui litigi di Lee con la madre e la famiglia Oswald si trasferisce in una decrepita casetta di legno. È in quel periodo che Lee e Marina conoscono la comunità dei russi di Dallas, tutti anticomunisti, fuggiti dall’Unione Sovietica. Lee è convinto che l’Fbi che lo ha interrogato qualche volta dopo il suo rientro dalla Russia, lo segua di continuo, e quindi si procura una carta d’identità falsa a nome Alek James Hidell.
Nell’ottobre del 1962, Lee, lavora alla Jaggar Chiles Stovall, un’azienda fotografica che fornisce carte topografiche all’esercito. Il suo impiego durerà poco più di sei mesi. L’inizio del suo nuovo lavoro coincide con la scoperta di missili sovietici a Cuba, che determinò l’esplosione della crisi internazionale conosciuta come “la crisi dei missili a Cuba” che in quell‘anno portò il mondo sull‘orlo della guerra nucleare.
Successivamente Lee ottiene un posto di lavoro presso una ditta di caffè a New Orleans, luogo in cui ha trasferito la sua residenza. In quel periodo viene coinvolto in una lite con anticastristi cubani, che lo sorprendono a distribuire volantini con lo slogan “Lealtà verso Cuba”, pochi giorni dopo una visita dello stesso Oswald al loro gruppo. Lee viene arrestato e trattenuto una notte in prigione, dove chiede di parlare con l’agente dell’Fbi James Hosty il quale non stenderà nessun verbale, ne prenderà appunti del loro colloquio.
Nell’estate del 1963 Lee si reca a Città del Messico, dove, spacciandosi per un fotografo cerca di farsi rilasciare un visto per entrare a Cuba, vorrebbe partire subito ma le pratiche richiedono del tempo, quindi deluso se ne torna a Dallas. Nel mese di ottobre la situazione famigliare precipita e Marina si trasferisce con la figlia presso l‘amica Ruth Paine, mentre Lee affitta una camera presso la Sig. Earlene Roberts. Ruth cerca di conciliare la famiglia Oswald e trova un nuovo impiego a Lee come magazziniere presso il Texas Book Depository di Elm Street, l’edificio dal quale secondo la commissione Warren partirono i tre colpi di fucile che uccisero il presidente Kennedy.
Analizzando passo dopo passo gli eventi e la vita di Lee Harvey Oswald ci accorgiamo che spesso le sue azioni ed i suoi spostamenti hanno avuto coincidenze incredibili.
A soli diciassette anni si arruola volontario nei marines degli stati uniti, e presso la Monterey School studia il Russo. Questa è la prima scoperta a dir poco sbalorditiva, dato che non si è mai sentito di nessun marines che studia lingue mentre è in servizio nell’esercito, se poi analizziamo il fatto che Lee poco dopo diserterà in Unione Sovietica il quadro che abbiamo sotto agli occhi prende i contorni di un giallo. È interessante notare come la stessa commissione Warren non smentisce che Oswald abbia frequentato quella scuola.
Un Tenente Colonnello della marina testimoniò davanti alla commissione Warren:”Oswald ha sostenuto un esame di russo durante l’addestramento nei Marines, ma fu un pessimo esame, azzeccò solamente una parola su due ”.
Se proviamo ad analizzare un quadro più dettagliato della situazione ci rendiamo conto facilmente che Oswald non si esercitava come tutti gli altri commilitoni, ma veniva addestrato presumibilmente dal servizio segreto, dato che svolgeva un addestramento estremamente unico e particolare.
Il senatore Richard Schweiker dichiarò riguardo ad Oswald:” Aveva l’impronta dei servizi segreti dalla testa ai piedi”. Questa dichiarazione mi da motivo di riflessione.
Successivamente viene dislocato in una base segreta in Giappone da dove partono gli aerei U2 che spiano l’Unione Sovietica e dopo la diserzione in Russia uno di questi aerei viene misteriosamente abbattuto. Come risultato, il summit di pace che si doveva tenere tra Krusciov ed Eisenhower fallì proprio a causa di quell’imbarazzante episodio.
Il governo fornisce a Oswald i soldi per far ritorno in patria, ed appena sbarcato con la moglie che risulta essere la nipote di un colonnello dei servizi segreti sovietici, invece di processarlo per tradimento ed indagare a fondo sul conto di Marina, gli viene subito rinnovato il passaporto.
Questa storia non mi convince neanche un po’, e mi convince ancora meno quando Oswald inizia a lavorare alla Jaggar Chiles Stovall, un’azienda legata all’esercito al quale fornisce carte topografiche, e dalle quali furono scoperti i missili sovietici a Cuba, a soli centocinquanta chilometri dalle coste Americane.

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